martedì 15 marzo 2011

Caravaggio - La bottega del genio - Roma


Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Sovrintendenza del patrimonio Storico-Artistico della città di Roma patrocinano una mostra pretenziosa, che delude le aspettative sotto i colpi incessanti della mal organizzazione gestita dalla MUNUS.

La mostra, di carattere tecnico, basa la sua originalità sul proposito di istruire e coinvolgere lo spettatore non nella solita sfilata di quadri del grande maestro(di cui tra l’altro le chiese della città non sono prive) ma sullo studio specifico della metodica della sua pittura.

Dunque appare subito discordante con questo presupposto l’assenza di riduzioni del biglietto per gli studenti e l’assenza di traduzioni in inglese, non solo nei cartelloni esplicativi ma anche da parte delle guide stesse. Purtroppo la cosa non stupisce nel deludente panorama artistico romano.

La mancanza di un’adeguata spiegazione è sottolineata dalle cassiere, che travestite da guide in occasione del carnevale, recitano discorsi mnemonici, forse per inserirsi meglio nel contesto storico dell’esposizione, di cui ignorano il significato (infatti neppure noi lo capiamo). Il tutto corroborato da grande maleducazione nei modi.
Inutile accennare alle difficoltà da loro palesate di fronte a una domanda posta dal povero pubblico, purtroppo prevalentemente composto da specialisti.
Ogni scelta espositiva considerata elemento dubbio, inspiegabile o discordante, viene giustificato dalla frase: “Questa è una scelta del curatore” , del quale a fine mostra avrebbero tutti voluto conoscere la faccia.
Faccia, questa, che non doveva essere quella della Medusa riprodotta in cera e senza motivo sospesa per aria, nella penultima sala( per scelta del curatore, appunto).

L’ultima sala presenta finalmente la ricostruzione della famosa bottega, in cui ci si auspica di trovare la vera motivazione che giustifichi il pomeriggio speso. Inizialmente sembra una ricostruzione fedele, vediamo perfette riproduzioni degli oggetti utilizzati nei quadri del Caravaggio, come i vasi della cena in casa di Emmaus ed il calice del Bacco, finché non viene smascherato il vero messaggio promozionale: gli oggetti stessi infatti sono in vendita presso il bookshop all’ingresso.

A questo punto è almeno doveroso sottolineare la precisione e la bellezza delle riproduzioni degli oggetti, anche se non sempre utilizzati solo per fini didattici e delle statue di cera soprattutto del san Girolamo, protagonista però di una sala incompleta, in cui i passaggi del lavoro del Merisi vengono inspiegabilmente ridotti da tre a due.

Con evidente carenza di fondi economici e/o di buona volontà la mostra in corso dal 22 Dicembre resterà fino al 29 Maggio concedendoci molto tempo per  partecipare all’ennesimo flop da parte delle istituzioni che dovrebbero occuparsi d’arte nella capitale.

Consigliata se si vogliono buttare 6 euro e se non si è stati invitati alla festa in maschera del vicino di casa.

Sconsigliata in tutti gli altri casi.

Roma Palazzo Venezia
22 dicembre- 29 maggio
Costo: 6 euro / ridotto: 4 euro ( per over 65 e under  18)



                                          
Recensione di V. Simari