Ho conosciuto Veronica a Buenos Aires. Nonostante le sue varie esposizioni non riuscì, come auspicava, a mantenersi con il solo esercizio della sua passione: la fotografia. Ben presto fu perciò costretta a tornare in Cile, suo paese d'origine, dove tutt'oggi vive.
La ospita una casa in riva al mare, in un ambiente immerso nella natura, ma piuttosto desolato. Sulle lettere che devono raggiungerla è sufficiente scrivere il suo nome e la dicitura: "Diezma región de los lagos".
La solitudine della "decima regione dei laghi" è la tematica di questa serie di fotografie.
In ogni scatto è presente un solo soggetto principale, dalla fedele cagnetta, a un cavallo, ad oggetti inanimati abbandonati. Il graduale distacco dal familiare all'estraneo, dal mondo reale a quello più intimo culmina nelle farfalle morte.
La morte come apice della solitudine.
Quella che segue è la più recente tra le sue serie, scatti incantati da una prigione dorata, uno scorcio sulla vita e l’intimità dell’artista.
"La fotografía para es traspasar la carne y sus heridas. Es fluir desde la sangre, cruzar la oscuridad e ir más allá de la propia luz en busca de algo más.
Por la fotografía encuentro realidades paralelas, acuosas, de piedra o de aire.
Por ella me libero de mis prejuicios, sacándome cada uno de ellos, como ropa regada de alguien que se desnuda, esperando llegar a la esencia, a la unidad.
La cámara no es solo una herramienta, es lápiz sobre un papel en el escritorio de un poeta"
Sito personale di Veronique Natalac
Info: tumtumart@gmail.com